Camp Atalanta, boom di iscrizioni

Lunedì, 10 Luglio 2017 15:25 Scritto da  Letto 1001 volte
Camp Atalanta, boom di iscrizioni

Atalanta, una società che continua ad essere presente nel territorio dell'alto maceratese. Dopo i due Camp tenutisi a Camerino, iniziativa organizzata in favore dei giovani residenti nelle zone interne colpite dal terremoto, e a Pioraco, un altro raduno riservato ai giovani calciatori si è svolto a Castelraimondo grazie alla puntuale organizzazione di Massimo Di Luca. "Sono ormai 15 anni che mi occupo dell'organizzazione di questo Camp in collaborazione con la società bergamasca – le parole di mister Di Luca – e posso confermare che ogni anno è per me motivo di grande soddisfazione. I parteciparnti sono sempre più numerosi e ciò ci permettere di raccogliere i risultati del lavoro fatto in questi anni. Quest'anno siamo al terzo Atalanta Camp nel nostro territorio e i dubbi che avevamo circa il rischio di scarsa partecipazione, soprattutto a questo Camp di Castelraimondo, sono stati fugati dall'alto numero di iscrizioni. Un fatto davvero straordinario per il quale mi preme ringraziare l'amministrazione comunale che ha messo a disposizione le proprie eccezionali strutture sportive".

 

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119 ragazzi dagli 8 ai 14 anni provenienti non solo dalle Marche, ma anche dal Lazio e dalla Puglia, si sono allenati sotto la guida dei responsabili e dei tecnici della società orobica, sotto la supervisione di Stefano Bonaccorso, responsabile dell'attività di base dell'Atalanta, vero e proprio ideatore dei Football Camp "esportati" in tutta Italia, vivendo una vera e propria full immersion sul rettangolo verde e non solo. La speranza degli addetti ai lavori è che da questi Camp possano uscire quei giovani talenti che, forse, un domani entreranno a far parte del calcio professionistico, come conferma lo stesso Massimo Di Luca. "Sinceramente debbo dire che qualche talento sta emergendo. Naturalmente è presto per poter pensare che siamo in presenza di campioni, anche se qualche giovane ci ha veramente colpito".

 

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"Il Camp di Castelraimondo per noi dell'Atalanta rappresenta ormai un punto fermo – così Roberto Fratus, che ha curato la direzione tecnica coordinando uno staff di 3 allenatori provenienti dalla società nerazzurra (Francesco Feula, Paolo Frassino, Alessandro Rossi) oltre ad altri 8 tecnici maceratesi – Da circa 8 anni opero nella provincia maceratese che anche quest'anno ha dato risposte importanti, nonostante i tragici fatti del terremoto. Il Football Camp nasce anzitutto dalla voglia di vivere un'esperienza di divertimento che insegni ai bambini a stare in gruppo, a rispettare le regole, a stare in campo e, infine, dia loro la possibilità di lavorare con degli allenatori professionisti, migliorando anche alcuni loro fondamentali tecnici. I ragazzi, inoltre, vivono insieme tutta la giornata con aspetti di socializzazione e di vita comunitaria a tutto tondo. Tutto ciò aiuta i ragazzi a crescere negli aspetti dell'autonomia, della cura di sè, con esperienze utili per la loro maturazione al di là dell'aspetto calcistico". Una vera e propria fucina di giovani talenti l'Atalanta, la cui visibilità viene aumentata dal ritorno della prima squadra nelle coppe europee dopo circa 30 anni. Un ulteriore tassello che contribuisce al successo dei Camp. "Sicuramente – conferma Fratus – considerando che abbiamo registrato un incremento ulteriore delle iscrizioni rispetto ai numeri già alti dello scorso anno. Tornando alla nostra presenza in terra maceratese gran parte del merito va a Massimo Di Luca che è riuscito a creare un circuito virtuoso di tecnici che hanno sposato la gestione dell'Atalanta e che periodicamente vengono a formarsi nei nostri centri di settore giovanile. Per questo riescono a svolgere l'attività dei Camp grazie anche alla loro grande passione per il calcio e alla voglia di stare con i giovani".

 

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Chiude con un pensiero relativo alla "gestione dei genitori" mister Roberto Fratus. "Con i genitori bisogna anzitutto dialogare. Poi, all'inizio di un percorso, rendere chiare tutta una serie di regole e di buone prassi, sia in termini di gestione della squadra sia in termini di possibilità di intervento da parte degli stessi genitori, che devono essere il più possibile condivise. In questo modo si creano le migliori condizioni per vivere insieme, società e genitori, in un clima sereno e piacevole. Non tutti i giovani, infatti, possono aspirare ad essere campioni, ma tutti hanno la possibilità e soprattutto il diritto di divertirsi attraverso il calcio. Arrivare all'obiettivo finale è cosa per pochi e creare false aspettative al riguardo significa fare il male del bambino".  

 

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